Domande Frequenti

Sì. È possibile portare in detrazione ai fini IRPEF, in sede di dichiarazione dei redditi, le spese per le sedute di consulenza psicologica o psicoterapia, in quanto prestazioni sanitarie specialistiche.

La legge prevede che si possa portare in detrazione dall’IRPEF il 19% delle spese sanitarie per la parte eccedente l’importo di 129,11 € (franchigia).

Dal 1 gennaio 2020, inoltre, la legge prevede che siano detraibili soltanto le spese tracciabili, cioè quelle corrisposte tramite bancomat/bancoposta, assegno, carta di credito, bonifico bancario o postale.

Sì, è possibile usufruire del bonus psicologo in quanto sono iscritta nell’elenco degli psicoterapeuti aderenti, presente nella sezione del sito dell’INPS “Contributo per le sessioni di psicoterapia”.

Se ti è stato riconosciuto il contributo per le sessioni di psicoterapia e vuoi iniziare un percorso con me, puoi contattarmi.

A questo link trovi il manuale utente per l’utilizzo del bonus.

Lo psicologo in Italia è un professionista iscritto all’Ordine degli Psicologi. La legge che istituisce l’ordine degli psicologi è del 1989 e prevede che possa diventare psicologo chi ha una laurea in psicologia e abbia portato a termine un percorso di abilitazione alla professione.

Lo psicoterapeuta ha un titolo che viene rilasciato dopo una specializzazione di almeno quattro anni in psicoterapia, alla quale possono accedere gli psicologi iscritti all’albo oppure i medici.

No. Lo psicologo non è un medico, pertanto non può prescrivere farmaci. Qualora lo psicologo ritenga utile o necessaria anche una terapia farmacologica, può dare indicazione al cliente di consultare uno psichiatra.

La durata di una seduta va dai 50 ai 60 minuti.

La durata della psicoterapia non è determinabile a priori e dipende da vari fattori, tra cui il tipo di problema presentato, gli obiettivi del cliente, la motivazione e le difficoltà del cliente di fronte al cambiamento.

In genere, nei percorsi più brevi (da qualche mese a circa un anno) si possono ottenere buoni risultati nella riduzione dei sintomi, mentre possono essere necessari alcuni anni di terapia per un lavoro più profondo sugli schemi di adattamento disfunzionali della personalità, sulle cause profonde del disagio e per ottenere un miglioramento duraturo nel tempo.

Percorsi più brevi di psicologia o psicoterapia possono aiutare la persona a diventare più consapevole dei propri bisogni, problemi e obiettivi; ridurre l’intensità e la frequenza di alcuni sintomi; trovare la motivazione a intraprendere stili di vita più sani e ridurre le fonti di stress; migliorare la consapevolezza di sé nelle relazioni e di conseguenza le proprie relazioni; orientarsi di fronte a scelte e cambiamenti; trovare un sostegno in momenti di sofferenza, lutto e altre difficoltà emotive.

La frequenza ottimale in un percorso di psicoterapia è di una seduta a settimana.

In altri casi, come percorsi di supporto psicologico o fasi specifiche della psicoterapia, può essere concordata un’altra frequenza, ad esempio ogni due settimane.

Sì, è possibile, in casi particolari. Per scelta personale, preferisco lavorare con sedute in presenza, tuttavia offro la possibilità ai miei clienti di vederci anche on-line, nei seguenti casi: impossibilità di recarsi allo studio per motivi di salute o altre cause; trasferimenti temporanei in altre città. In linea di massima, tendo a non fare percorsi di psicoterapia interamente on-line.