Valentina Giovannetti

Psicologa Psicoterapeuta

Ciao, sono felice che tu sia qui! Sono felice perché ti stai dando l’opportunità di prenderti cura di te e vuoi capire se posso aiutarti in questo percorso.
Ma andiamo con ordine.

Sono una psicologa psicoterapeuta specializzata secondo il metodo dell’Analisi Transazionale. Ti offro uno spazio riservato e sicuro dove, senza giudizio, osserveremo ciò che ti turba e ci daremo il permesso di essere imperfettamente umani. Uno spazio per affrontare i momenti bui della vita con meno vergogna e più autenticità.

Perché rivolgerti a me?

“Sto vivendo un periodo difficile, sono nervoso, ho difficoltà a dormire, ma non capisco perché. Mi aiuti lei a capire”.

“Sono un disastro, mi infilo sempre in queste relazioni. Vengo da lei perché ho capito che devo dare una svolta a questa situazione”.

“Sento di non valere niente, sento che le cose che faccio non hanno senso per me. È come se vivessi una vita che non è la mia”.

“Sono spesso sopraffatta da una rabbia incontrollabile. Questa cosa mi spaventa. Penso di avere bisogno di una mano per gestirla”.

“Lavoro troppo e sono sempre sotto stress. Ho dei colleghi che mi stanno facendo impazzire. Non so come venirne a capo da sola.”

Questi sono solo alcuni esempi delle richieste che ricevo. Sia che tu ti trovi in una di queste circostanze o che tu viva un'altra situazione di difficoltà, la psicoterapia si può rivelare una risorsa utile. Ti fornirà gli strumenti per riconoscere e gestire le emozioni, affrontare prove difficili, darti nuovi stimoli e trovare la tua strada.

Il rapporto terapeuta-cliente

Come psicologa e psicoterapeuta adotto principalmente il metodo dell’Analisi Transazionale che dà estremo rilievo all’unicità della persona, alle sue risorse e alla sua tensione spontanea verso l’autorelizzazione e la salute, nonché alla centralità della relazione.

Il terapeuta incontra persone in cerca di aiuto, che sono a loro volta esperte: sono esperte di se stesse, si conoscono meglio di come possa conoscerli chiunque altro e sono quindi portatrici delle conoscenze e delle risorse necessarie al buon esito del percorso.

Il rapporto collaborativo che caratterizza la relazione terapeutica mira a facilitare il recupero e la valorizzazione delle risorse, aumentare la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.

All’inizio del percorso ciascuno porterà dunque il proprio bagaglio di conoscenze che tirerà fuori al momento opportuno. Come in ogni viaggio, ci saranno giorni in cui le cose sembrano scorrere chiare, senza intoppi, altri in cui ci sentiremo zavorrati, annoiati, delusi, disperati. Come in ogni viaggio possiamo scegliere di cambiare itinerario, se valutiamo che un’altra strada possa essere più interessante per noi.

In ogni caso, è importante sapere di essere in cammino verso la direzione che abbiamo scelto in quel momento, che ogni passo che abbiamo fatto ci ha portato lì e che ogni passo che muoviamo su questa terra è importante per noi.

Cosa accade durante le prime sedute

La prima cosa che faremo insieme sarà chiarire il motivo della richiesta di aiuto. Già questo processo può essere di sollievo: saprai con maggiore chiarezza che cosa sta accadendo e quindi potrai escludere una serie di conclusioni negative che avevi ipotizzato (come l’essere sbagliati, pazzi, senza speranza).

Dopodiché individueremo aspettative, obiettivi e cambiamenti che desideri realizzare. Questo secondo passo è a sua volta molto utile perché ci dice che qualcosa si può fare e delinea un percorso, una strada davanti a noi.

La fase di valutazione iniziale può avvenire in una sola seduta se arrivi già con le idee piuttosto chiare. Nella maggior parte dei casi sono necessarie almeno due o tre sedute. Talvolta, questa prima parte del lavoro può durare per un periodo più lungo se emerge il bisogno di uscire da uno stato di confusione, mettere a fuoco meglio i dettagli di una specifica situazione, ritrovare una centratura.

Qualcosa in più su di me

Perché ho scelto di fare questo mestiere? La risposta a questa domanda è articolata e non esauribile in poche parole. Posso dire che nel corso della mia analisi personale, ho avuto modo di mettere a fuoco cosa mi ha spinto a intraprendere gli studi psicologici e ho visto che ciò risponde a bisogni radicati nella mia storia.

Credo che la professione di psicoterapeuta, al pari di altre professioni, sia un modo per dare senso alla propria esistenza. E credo anche che, per svolgere questa professione in modo efficace e onesto, è necessario che il lavoro non sia l’unico modo per dare un senso alla propria esistenza. Ogni cosa, quando diventa assoluta, non ci fa bene.

Quello che mi piace di più di questo mestiere è vedere le persone uscire dagli ingorghi in cui si sono finite  e rifiorire, sbocciare finalmente alla vita.

Ovviamente non ci sono solo cose belle. A volte, questo mestiere può diventare anche faticoso. Incontrare la sofferenza altrui, la rabbia, l’impotenza, non è semplice. Per questo, dedico del tempo a prendermi cura di me attraverso:

  • Percorso di analisi personale
  • Gruppi di supervisione
  • Corsi di formazione
  • Meditazione
  • Yoga

Conoscere il proprio limite è fondamentale, perché ci permette di restare umani. Per uno psicoterapeuta ciò significa sapere che non si è un supereroe e che il nostro compito non è salvare tutti.
Il compito di uno psicoterapeuta è guidare l’altro, stimolare in lui domande e risposte, aiutarlo ad aprire nuove prospettive sulla propria vita.

Diffida di chi dice che risolverà tutti i tuoi problemi o ti consegna una tecnica capace di alleviare tutte le tue sofferenze. Ci sono cose che non possono essere cambiate, possono solo essere accolte nella propria storia.

Puoi approfondire il mio curriculum formativo e lavorativo seguendo questo link.